19 Set la nuova legge sulla lettura
Il 25 marzo 2020 è finalmente entrata in vigore la Legge sulla lettura, dopo lunghe polemiche e contrasti, per una volta determinati non tanto dalla nostra spesso rissosa classe politica (la legge è stata approvata infatti all’unanimità) ma dalla spaccatura creatasi nel mondo dell’editoria tra editori maggiori e minori, sulle disposizioni che regolano lo sconto massimo applicabile sui libri, riducendolo dal 15% precedente al 5%.
Il contrasto tra gli operatori del settore, proseguito nei giorni immediatamente successivi all’approvazione della legge e destinato certamente a durare anche nei prossimi mesi e per tutto il prossimo anno si è sviluppato tra chi, come l’AIE – Associazione Italiana Editori (che rappresenta da 150 anni la totalità degli editori scolastici e universitari e l’80% degli editori della varia), in più occasioni ha espresso “preoccupazione per il possibile grave impatto che questa riforma avrà sul mercato e su tutti gli operatori”, e secondo cui a pagarne le conseguenze “saranno principalmente i lettori e le famiglie“; e chi invece, come l’Adei (Associazione degli editori indipendenti), Ali (Associazione Librai Italiani) e Sil (Sindacato Italiano Librai Cartolibrai), si è detto favorevole a una legge che permetterebbe “un controllo dei prezzi effettivi. Gli sconti selvaggi si ripercuotono sul prezzo di copertina dei libri, che viene sistematicamente aumentato proprio per ‘compensare’ questi sconti”.
È curioso come il dibattito si sia concentrato sulle conseguenze economiche della legge e abbia probabilmente trascurato tante altre disposizioni del provvedimento, anche molto importanti. Se la legge riceverà piena attuazione, è destinata a modificare in meglio abitudini e comportamenti di vita di tante persone, finalmente avvicinando il nostro Paese a tante altre nazioni europee che hanno potuto beneficiare da tempo di ottime leggi sulla lettura e l’editoria. La legge si pone infatti l’obiettivo di “diffondere l’abitudine alla lettura, come strumento per la crescita individuale e per lo sviluppo civile, sociale ed economico della Nazione, e favorire l’aumento del numero dei lettori, valorizzando l’immagine sociale del libro e della lettura nel quadro delle pratiche di consumo culturale
Sembra scontato ma è forse la prima volta in Italia che si parla, nero su bianco, dei libri come strumenti per il miglioramento del benessere collettivo, anche economico.
Per realizzare gli ambiziosi obiettivi appena indicati è fondamentale il Piano nazionale d’azione per la promozione della lettura, che il Ministero dei Beni Culturali adotterà con decreto ogni tre anni su proposta del Centro per il libro e la lettura. Il Centro per il libro e la lettura (Cepell), istituto autonomo del Ministero, già soggetto importante in tanti processi di promozione della lettura e del libro, svolge un ruolo fondamentale nell’attuazione della legge: predisporrà il Piano nazionale di azione per la promozione delle lettura, ne coordinerà le attività, effettuerà il monitoraggio sull’attuazione delle stesse e ne valuterà i risultati. Gli obiettivi del Piano d’azione sono davvero tanti, come merita un piano intenzionato a rivoluzionare il mondo della lettura. Provando ad elencarli e concentrandoci sui più importanti, in sintesi essi promuovono e valorizzano:
- la frequentazione delle biblioteche e delle librerie
- le buone pratiche di promozione della lettura realizzate da soggetti pubblici e privati, anche in collaborazione fra loro
- la formazione continua e specifica degli operatori di tutte le istituzioni coinvolte
- la lettura nelle istituzioni scolastiche e nelle biblioteche
- interventi mirati per specifiche fasce di lettori e per i territori con più alto tasso di povertà educativa e culturale, anche al fine di prevenire o di contrastare fenomeni di esclusione sociale
- la lettura da parte delle persone con disabilità o con disturbi del linguaggio e dell’apprendimento
- la dimensione sociale della lettura mediante pratiche fondate sulla condivisione dei testi e sulla partecipazione attiva dei lettori
- un approccio alla lettura digitale come integrazione alla lettura su supporti cartacei
- lettura nella prima infanzia anche attraverso il coinvolgimento dei consultori, della pediatria di famiglia e delle ludoteche
- la lettura presso le strutture socio-assistenziali per anziani, negli ospedali e negli istituti penitenziari
Qualche riflessione risulta necessaria. Questo elenco recepisce pratiche e azioni già in atto da anni, ma per la prima volta ne offre un quadro unitario che dovrebbe rafforzarle. Qualche dubbio sorge in relazione alla copertura finanziaria del Piano nazionale: quattro milioni e mezzo scarsi di Euro all’anno sembrano pochini per la sua attuazione. Si poteva fare meglio economicamente? Sicuramente sì, ma è già un grande passo avanti nel Paese europeo con il più basso tasso di lettori.
Inoltre il Piano nazionale di promozione della lettura è affiancato nella legge da altre importanti novità che meritano di essere approfondite e a cui dedicheremo un successivo spazio, magari in presenza dei primi provvedimenti di attuazione, necessari per iniziare a verificarne gli effetti.
Per approfondimenti, il testo completo della legge sulla Gazzetta Ufficiale.