22 Ago Il ruolo dei traduttori
Nel 2019, per la prima volta, la National Book Foundation di New York ha indetto il National Book Award of Translated Literature, un premio dedicato esclusivamente alle opere in traduzione. Ma cosa fa realmente chi traduce letteratura e che cosa intendiamo per traduzione letteraria?
La traduzione letteraria è la trasposizione di un testo di letteratura dalla lingua originale a un’altra: non si tratta di una traduzione letterale di tutti i termini, ma di un processo completamente diverso e molto più delicato. Il traduttore si impegna a rendere nella lingua di arrivo ogni sfumatura di significato, mantenendo invariati il ritmo e lo stile dell’autore, così come l’atmosfera e le emozioni suscitate dal testo originale. Una traduzione letteraria richiede quindi, oltre alle competenze tecniche, specifiche e linguistiche, anche una grande sensibilità da parte di chi la compie.
Alcuni considerano il traduttore letterario come un “secondo autore”, colui che riscrive le opere assumendosi la responsabilità della scelta di alcuni termini piuttosto che di altri. Spetta al traduttore decidere di cambiare la trasposizione letterale di alcuni vocaboli, per non rallentare o alterare la narrazione. Un bravo traduttore deve quindi arrivare a produrre un testo che sia pari a quello di partenza, facendo pensare al lettore che non sia frutto di una trasposizione linguistica.
Altri amano definire il traduttore un “filtro umano”, attraverso cui passano le parole in lingua originale per venire trasformate e fatte riverberare con l’eco della lingua di arrivo, ma forse una delle definizioni più belle è quella di “interprete della letteratura”. È necessaria, infatti, un’ampia conoscenza innanzitutto delle strutture linguistiche e retoriche della propria lingua madre, con tutte le sue potenzialità espressive. Il traduttore, inoltre, deve essere un forte lettore di romanzi e saggi scritti nella lingua di partenza, oltre che possedere una grande passione per la scrittura.
Nella traduzione letteraria, fedeltà e creatività sono strettamente intrecciate. Non esiste un unico modo per tradurre un testo, ed è per questo che tante opere importanti vengono tradotte più volte nella stessa lingua.
Essere mediatori culturali, ruolo che indubbiamente spetta ai traduttori, significa andare oltre l’aspetto meramente linguistico. Significa trasporre il testo da una cultura all’altra per permettere al lettore nella cultura d’arrivo di accedere il più possibile all’atmosfera, al significato e all’effetto del testo originale. Si tratta di un compito meraviglioso e straordinario, purtroppo ancora spesso misconosciuto.
Dal 1999 il sito e il forum di nome Biblit (www.biblit.it) costituisce uno dei maggiori punti di riferimento e di confronto per tutti i traduttori o gli appassionati di trasposizione linguistica da e verso l’italiano. Nel corso degli anni è diventato il motore che ha dato luce a molte iniziative volte a sensibilizzare il pubblico nei confronti dell’importanza che la figura del traduttore ricopre nel mondo della letteratura. Il forum ha iniziato la sua attività con 30 iscritti e adesso arriva a essere utilizzato e consultato da centinaia di professionisti, che tuttavia si descrivono come “cavalieri erranti” (“Il traduttore è l’ultimo, vero cavaliere errante della letteratura”, “un asceta, un eroe essenzialmente disinteressato, pronto a dare tutto se stesso in cambio di un tozzo di pane e a scomparire nel crepuscolo, anonimo e sublime, quando l’epica impresa è finita” – Fruttero&Lucentini).
Dopotutto, senza il preziosissimo contributo dei traduttori non avremmo potuto leggere in lingua italiana molti dei nostri libri preferiti!
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